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“Occupiamoci del conflitto sociale, l’Iacp è aperto a tutti”

Il presidente avv. Vincenzo Scontrino risponde alle polemiche insorte a proposito di una sua recente visita a Petrosino

“Qualche giorno fa ho regalato un pallone ad un bambino che aveva le scarpe lise ma si esprimeva in italiano. Ho ricevuto, come faccio da sempre, delle persone che mi segnalavano delle necessità abitative. Sono entrato nelle case di alcuni cittadini che mi hanno mostrato i segni delle loro difficoltà quotidiane, con loro mi sono seduto e condiviso il disagio di una società ai margini. E ho anche compreso che devo abbreviare le distanze fra me e loro, perché le istituzioni devono sedere con i cittadini per comprenderne i bisogni. Ho fatto non politica, ho fatto quello che mi ha chiesto, e che mi chiede, la politica. Sfido chiunque a dimostrare che io abbia dato una sola indicazione di voto sotto l’egida della presidenza IACP. Ho troppo rispetto di me stesso, del ruolo che ricopro, ma soprattutto della gente che devo servire perché ciò possa avvenire. Capisco pure che in campagna elettorale si possano sfruttare tutti gli argomenti, ma credo pure che la nostra società oggi si distingua in negativo per il clima di continua aggressione che certi apparati preparano nei confronti di chi non è loro sodale. Eppure la soluzione esiste, si chiama lealtà, confronto e rispetto, si chiama comprensione e condivisione. Gli errori della mia vita li ho compiuti quando ho messo da parte questi capisaldi. È il percorso virtuoso che ogni persona dovrebbe cercare di realizzare nella propria vita. Per questo gli attacchi di queste ore non mi scalfiscono. Ed è assolutamente vero che io stia facendo politica a tutto tondo. Se il fondamento della politica risiede nel cuore del conflitto sociale, io sto cercando di contribuire alla soluzione di questo conflitto, e allora sì, sto facendo politica. Ma aiutatemi a capire dove sta la colpa di fare politica, e se non è piuttosto una colpa quella di fare politica senza fini comuni, senza passione, senza desiderio di contribuire ad una società più giusta. Non fa per me, e se questo è un difetto o un problema per qualcuno, allora credo pure che la mia rimozione, che qualcuno chiede, sia corretta. E quindi mi chiedo se debba pormi il problema degli assenti. In questi mesi avrei voluto una presenza costante da parte di tutti gli attori politici; la porta per loro, aggiungo chiunque di loro, è sempre aperta. Ma se non si fanno avanti non posso cercarli io. Io devo dare risposte ai presenti. E dunque, mi insegnava un mio vecchio maestro, se do fastidio a qualcuno vuol dire che sto facendo ciò che va fatto. Era la prova del nove che aspettavo e puntuale è arrivata. Siamo sulla strada giusta”.